L’inflazione è una parola di cui si sente spesso parlare, del quale si conosce (di solito poco) i suoi effetti ma della quale non si è sempre in grado di proteggersi.
Se pensiamo ad essa come un effetto silenzioso, lento ma comunque continuo probabilmente non ci spaventa così su due piedi. L’errore sta nel sottovalutarlo nel lungo periodo, nel quale le sue conseguenze prendono sempre maggior peso.
Quando parliamo di educazione finanziaria non possiamo non citare il fenomeno dell’inflazione: il punto focale non è “guadagnare“, ma prima di tutto salvaguardare il valore del patrimonio.
Su questo punto ci torneremo più avanti.
In questo articolo ti voglio parlare di:
Cominciamo!
Cos’è l’inflazione
Iniziamo prendendo in analisi la definizione che ci à il Dizionario Treccani:
Inflazione
In economia, aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi, o anche diminuzione prolungata del potere d’acquisto (cioè del valore) della moneta, le cui cause vengono in genere individuate in una crescita eccessivamente rapida della quantità di moneta in circolazione, in un eccesso di domanda globale determinato da altre cause, o in una pressione al rialzo dei costi
Da questa definizione estrapoliamo due punti fondamentali per la nostra analisi:
- L’aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi;
- La diminuzione prolungata del potere d’acquisto della moneta.
Siamo soliti collegare il concetto di inflazione al primo punto, ovvero all’aumento dei prezzi. Questo perché ci tocca personalmente nella vita di tutti i giorni, ad esempio quando andiamo a fare la spesa oppure facciamo rifornimento all’automobile.
Quindi non è sbagliato dire che si tratti principalmente di vedere i prezzi aumentare, ma lo è pensare che gli effetti si vedano solo sul cartellino dei prezzi esposti sul bancale.
Dimentichiamo infatti spesso l’importo che vediamo stampato sulle banconote o riportato sull’home page della nostra Home Banking.
Il fatto è presto detto: 10€ oggi non valgono quanto 10€ di ieri o 10€ di domani.
La moneta dobbiamo sempre ricordare che è una rappresentazione della ricchezza di un Paese e di una persona. Le banconote sono solo pezzi di carta che da sole non valgono nulla senza il valore dell’oro che rappresentano.
Un esempio pratico
Ho già fatto un esempio nell’articolo in cui parlo di educazione finanziaria ma in questo caso voglio approfondire l’argomento.
Immaginiamo di uscire di casa con 10€ nel portafogli e di voler andare al supermercato ad acquistare del latte.
Ci rechiamo al banco frigo e cerchiamo il cartone del latte. Da buoni consumatori informati, vogliamo acquistare non per forza quello che costa meno ma che sappiamo provenire da fonti biologiche.
Troviamo quello che ci piace di più. Costa 1€ al litro.
Calcolatrice alla mano, sappiamo che possiamo comprare 10 litri. Andiamo alla cassa, paghiamo e torniamo a casa felici per l’acquisto.
Il giorno dopo torniamo con i nostri 10€ cartacei, ma lo stesso latte costa €1,10 a litro. Nella nostra testa balena il pensiero “ecco l’inflazione“, ma dobbiamo pensare al doppio effetto che si è generato:
- Il primo è l’aumento del prezzo (da €1 a €1,10);
- Il secondo è la svalutazione dei miei 10 euro con i quali non posso più comprare 10 litri di latte ma poco più di 9.
Questo è l’esempio più classico possibile per descrivere gli effetti dell’inflazione ed è fondamentale per determinarne eventuali strategie di contenimento.
Quali effetti provoca l’inflazione
Lasciamo da parte un momento la parte ovvia, ovvero l’aumento dei prezzi. Diamo per assodato che il fattore numerico sia l’effetto più chiaro e visibile dell’inflazione per il quale non possiamo farci niente.
Focalizziamoci, invece, su quello che ci riguarda da più vicino.
Sto parlando della svalutazione della moneta.
Diamo subito la definizione di Patrimonio (dal Dizionario Treccani):
Patrimonio
Il complesso dei beni, mobili o immobili, che una persona (fisica o giuridica) possiede
In sostanza, qualsiasi cosa io e te possediamo ha un valore che si determina con la moneta. Ci sono beni che si rivalutano con il tempo (es. la casa) mentre altri che hanno un valore fisso (es. il saldo del conto corrente).
Il secondo effetto dell’inflazione, ovvero la svalutazione della moneta, porta tutti i fattori con valore fisso a svalutarsi nel tempo, ovvero a perdere potere d’acquisto.
Pensa all’esempio del latte di prima: gli stessi 10€ bastavano a comprare 10 litri di latte, mentre ora non bastano più. Senza guardare ai prezzi, possiamo dire che i 10€ ora valgono meno confrontati al valore del latte.
Questo è un enorme problema, specialmente per noi italiani abituati ad investire grosse cifre su beni come le abitazioni: pensiamo di assicurarci il patrimonio comprando una casa, ma non facciamo caso alla svalutazione dei soldi.
Senza considerare chi lascia i soldi sotto al materasso: mette €10.000 belli nascosti, li tira fuori tra 10 anni ma con gli stessi soldi non ci compra più quello che poteva acquistare prima.
Ma come possiamo fare per contrastare questi effetti?
Come contrastare gli effetti dell’inflazione
Avrai ormai capito che il principale problema legato all’inflazione consiste nella rivalutazione di prezzi e moneta che porta all’aumento del valore dei primi e della diminuzione del potere della seconda.
Viene da sé che il primo (e forse unico) modo per contrastare questi effetti consiste nel rivalutare nel tempo il proprio patrimonio per annullare l’effetto inflazionistico.
Ma non è poi così semplice.
Immaginiamo di poter investire il nostro patrimonio in uno strumento che rende il 3%. Abbiamo tre possibili scenari:
- Inflazione annua <3%: lo scenario migliore possibile in quanto rivaluti il tuo patrimonio ed allo stesso tempo ci guadagni qualcosa;
- Pareggio inflazionistico (Inflazione 3%): scenario ideale (nella teoria) in cui il tuo patrimonio rimane immutato in termini di potere d’acquisto e valore attuale;
- Inflazione annua >3%: il tuo patrimonio si è rivalutato, ma non abbastanza per diminuire il suo potere d’acquisto a causa dell’inflazione.
Determinare a priori l’andamento dell’inflazione è pressocché impossibile. Guarda l’andamento dell’inflazione storica dell’Italia dal 1962:
Per fare un esempio pratico, un investimento al tasso 3% sarebbe stato sufficiente fino al 2020. Con un picco del 12% negli scorsi anni, considerando comunque valido il nostro investimento, il nostro patrimonio avrebbe perso circa il 9% del suo potere d’acquisto.
Vediamo quindi quali strumenti possiamo adottare nella pratica per arginare questi effetti.
Strumenti di investimento consigliati
Voglio essere molto chiaro con te: non sono un consulente finanziario e non ho competenze sufficienti per indirizzarti verso uno strumento o l’altro. Voglio dare solo il mio punto di vista, consigliandoti di affidarti sempre ad un esperto.
Gli strumenti più semplici ai quali fare affidamento sono i cosiddetti titoli di debito con i quali tu “compri” il debito di enti o aziende, ricevendo in cambio il capitale nel tempo e degli interessi.
Il caso più comune sono i BTP, ovvero Buoni del Tesoro Pluriennali: tu acquisti un titolo ad un prezzo X (che ti verrà rimborsato a scadenza per il suo valore nominale) ed in cambio lo Stato ti riconosce degli interessi.
Scegliere il comparto pubblico ha dei vantaggi:
- Gli interessi ed eventuali altri guadagni hanno una tassazione agevolata al 12,5%, mentre i titoli privati hanno il 26%;
- Sono garantiti. Infatti, se acquistassi un titolo di debito di una società che poi fallisce, perderesti anche il capitale investito.
Oltre ai titoli di debito fai molta attenzione ai PAC (Piani di Accumulo del Capitale). Un PAC consiste nel versamento periodico, di solito mensile, di un importo che viene messo in fondi e che nel tempo tende ad accrescere il suo valore.
Con un PAC tu “rinunci” mensilmente ad una parte della tua liquidità che viene investita tramite enti esterni, ovvero appunto di Fondi Comuni di Investimento. Ci sono diversi tipi di Fondi sulla base del comparto in cui si va ad investire: di solito sono da preferire gli azionari quando si investe a lungo termine, mentre su quelli obbligazionari quando si investe a breve.
Ci sono poi i Conti Deposito in cui vincoli la tua liquidità per un tempo determinato (di solito un anno, alcuni anche tre). Di solito i conti deposito rendono meno degli altri strumenti, ma puoi svincolarli in qualsiasi momento in caso di necessità (solitamente così perdi però gli interessi maturati).
Infine, mi sento di sconsigliarti altri strumenti come promozioni speculative ad alti rendimenti (es. criptovalute, beni, materie prime, ecc.) che non ti garantiscono sicurezza nel lungo periodo. Ricorda che il tuo obiettivo principale è salvaguardare il patrimonio, non guadagnare!
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